Maltrattare la natura è un peccato e come tale deve essere confessato e richiede conversione e gesti riparatori“.

Ad ogni persona che abita questo pianeta chiedo un esame di coscienza e un fermo proposito di cambiare vita. Non possiamo arrenderci o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici. Troppi sono ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno, ma anche come partecipi di un sistema che ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all’esclusione sociale o alla distruzione della natura“.

I singoli dovrebbero impegnarsi nel fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone. Per gli uomini di potere, invece, l’indicazione è più impegnativa: l’economia e la politica, la società e la cultura non possono essere dominate da una mentalità del breve termine e dalla ricerca di un immediato ritorno finanziario o elettorale. Esse devono invece essere urgentemente riorientate verso il bene comune, che comprende la sostenibilità e la cura del creato. Inoltre essi hanno il dovere di rispettare gli impegni assunti con l’accordo di Parigi del 2015, mentre le imprese devono fare responsabilmente la loro parte, e tocca ai cittadini esigere che questo avvenga, anzi che si miri a obiettivi sempre più ambiziosi”.

Inutile dire che il rivoluzionario in questione è Papa Francesco e le parole sopra riportate sono state da lui pronunciate ieri in occasione della Giornata per la Cura del Creato.

10 pensieri su “Parole di un pericoloso rivoluzionario

  1. E’ dall’inizio del suo pontificato che Papa Francesco ripete queste cose… sia nell’esortazione apostolica Evangeli Gaudium che nell’enciclica Laudato sii (nella prima criticava fortemente questo modello economico, la seconda parla proprio di ecologia “integrale”…). Ma, come un vecchietto un pò tonto, gli diciamo “si, si, bravo, bravo” con una pacchetta sulla spalla, e poi ce ne freghiamo.

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  2. Perché ce ne freghiamo (parlando in generale)? Perché siamo egoisti, perché la società del consumismo questo vuole, che si consumi: prodotti, suolo, vite. Perché chiediamo agli altri, tipo i brasiliani, di difendere l’Amazzonia mentre noi non difendiamo i nostri campi dalle autostrade. Perché siamo indifferenti alla sorte dei nostri figli… perché la religione prevalente è quella del mercato, altro che cristiani e musulmani. Mi fermo qua però, non voglio essere troppo catastrofista. Spero che si sveglino i giovani, perché quelli della mia generazione non hanno fatto una gran bella figura.

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