Morto Dio e cancellato dalla nostra busta l’indirizzo di un “apriori sociale” ormai drasticamente mutato, noi uomini moderni veniamo “gettati nella libertà” senza alcuna rete di sicurezza, senza un decalogo di riferimento, senza un testo, più o meno sacro, che metta a nostra disposizione il cumulo della pregressa saggezza, della pregressa esperienza, e che funga da mappa.

Immersi in tanta libertà i più ritengono che la via corretta sia quella di scrivere da soli questo indirizzo, di “farsi da se”, scoprendo alla fine che in un tempo così breve come quello contenuto nell’arco di una vita si riesce a malapena ad aggiungere qualche tatuaggio, a fare qualche intervento di chirurgia plastica, a cambiare la foggia o il colore dei propri capelli.

Nell’intento di scrivere correttamente il nostro indirizzo sarebbe allora forse meglio “limitarci a seguire umilmente il cammino della vita di alcune persone rette e, come cronista fedele, descrivere, interpretare ciò che fanno. Le persone buone esistono. Sono reali. E tutto ciò che reale è possibile“.

Personalmente mi limito a suggerire in aggiunta, per chi ci crede, per chi ritiene di averne bisogno, di munirsi di un solido “supporto morale”, magari uno di quelli che appartengono al passato e che contiene in se un buono “stradario”.

9 pensieri su “Le persone buone

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