Io ho una casa e si chiama Terra. E’ talmente grande che nemmeno io la conosco tutta. E’ talmente bella che mai e poi mai le mie parole basteranno a descriverla.

Ha un patio fatto di alberi, grande come tutti i boschi e le foreste messi assieme. Diversi letti sui quali dormire. Uno si trova sotto un cotogno in un lembo di terra sulle montagne di questa isola. Un altro ha un materasso di foglie e un baldacchino intrecciato con i  rami dei faggi di Inghilterra. Ancora uno che assomiglia ad una culla dentro una corteccia di sughera in un bosco della mia gioventù.

Davvero non mi manca nulla e vivo nel lusso più sfrenato. Tante poltrone, le più comode e resistenti, sulle quali trascorrere le mie giornate. Una dove si incontrano due rami di un  ciliegio secolare, un’altra sotto le fronde di un gelso “piangente”, e ancora una incisa dal paziente lavorio dell’acqua in una roccia d’arenaria su un fiume d’Africa.

Una TV stupenda anche se il palinsesto è incerto e cambia con l’alternarsi delle stagioni. Un canale si apre sul tramonto fra le querce delle Madonie, il secondo mi offre una visione a 360° della mia isola. Ne ho anche uno di quelli specializzati in programmi naturalistici su un isolotto nel bel mezzo del Mare della Cina, e un altro che si apre sulla parete di una chiesetta su un’ansa del Galatine River. Questo trasmette quasi sempre la stessa cosa: orsi che contendono i salmoni alle aquile di Bald.

Nessun problema con la climatizzazione della mia casa. Le temperature sono quelle che si addicono al mio corpo, anzi quelle che hanno fatto il mio corpo così come è. Da – 50° a + 50°, cosa possa desiderare di più? E il tutto senza spendere una lira in energia perché sono l’unico che possiede un’enorme centrale termonucleare ad alimentare tutto il sistema che si chiama “Sole”.

So che produrrò in voi una grande invidia dicendovi anche che ho a disposizione, all’interno della mia casa, una vera e propria beauty farm. Acque termali e saune tutte concentrate in un’unica isoletta del Mediterraneo che dicono essere la figlia del vento. Diversi idromassaggi dei quali mi delizio ogni volta che posso. Uno fra le rapide gentili del Fiume Sosio, un altro sotto le cascate irruente nelle Gole del Cataolo. Un’immensa vasca da bagno all’interno della quale mi è stato fatto dono di coloratissimi pesci e che molti chiamano Lago Malawi e una doccia sempre attiva sotto una roccia di travertino nella giungla di Lambir nel Borneo settentrionale.

Enormi spazi desolati nei quali mi posso ritirare per raccogliermi, cantine infinite dai soffitti delle quali pendono pregiate sculture che la natura ha prodotto per me in millenni di paziente stillicidio. C’è un posto per il buio assoluto sotto una cengia in un abisso che chiamano del vento. Un luogo per l’assoluta luminosità nei mattini sui pascoli alpini.

L’acqua corrente non manca e se ne trova di freschissima e limpida che sgorga da diversi punti della casa. Ne ricordo uno da cui zampilla gelata su una roccia lungo il corso del Fiume Dinisi e un’altro, che forse ho smarrito, nel quale avevo scelto di fissare la dimora del mio “qui e adesso“.

Lunghi corridoi mi conducono sui monti, altri fra i boschi, altri ancora scendono nelle valli e mi portano fino al mare e io non mi stanco mai di percorrerli. 

Condivido la mia casa con 7 miliardi di persone. Lo so che sono tante, ma in fondo sono fortunato perché quasi tutte non sanno più nemmeno che questa è la loro casa e passano le loro vite all’interno di contenitori sterili come se fossero campioni pronti per le analisi. 

E io di essa mi delizio e l’attraverso a piedi scalzi e a capo scoperto, più attento alle stagioni che alle distanze, più alla ricerca della pioggia che di luoghi nuovi.

In essa trovo la mia identità e il senso dei miei giorni e qui e adesso invito le persone che amo e che conoscono la mia casa a ricordarmi i luoghi che forse ho dimenticato e che certamente in essa esistono.

Perché sono solo un uomo e la mia memoria è troppo debole per contenere tanta bellezza.

 

3 pensieri su “Walden 2.0

  1. Si tratta della stessa casa che ha infiniti ospiti, i fenicotteri di Vendicari, le lucciole Cedar Cove, gli invertebrati luminosi del mare dello Zingaro…e che mi pregio di abitare, grazie anche alle scoperte fatte insieme a te!

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