Stefania continua a raccontarmi la sua avventura africana che mi fa piacere condividere con chi legge questo blog. Sembra proprio che il Piano B abbia funzionato.
“Una volta arrivati a Nyamisati passiamo la serata a bere te caldo e mangiare maandazi e gamberetti, sorvoliamo sull’abbinamento infelice, questo offre l’ameno villaggio. La barca arriva intorno alle 3 di notte e prima di tutto vengono caricati le merci, a Mafia praticamente tutto arriva dalla terra ferma dalle carote al carbone. La barca è una simpatica bagnarola, per arrivarci bisogna camminare su un traballante ponticello di assi di legno, inizio ad angosciarmi molto prima che arrivi il mio turno di salire perché soffro drammaticamente di vertigini, studio attentamente le tecniche di attraversamento di chi mi precede e ad un certo punto accade ciò che avevo temuto, un’onda più grossa fa spostare la barca, il ponticello traballa e scricchiola, poi finisce in acqua sollevando spruzzi salati. Ora il ponticello oltre che precario è anche scivolosissimo, tremo letteralmente all’idea di doverci passare sopra. Inizio a pensare che forse avrei potuto varcare la frontiera mozambicana illegalmente, la prospettiva di dividere una cella con carcerati che parlano solo portoghese inizia a sembrarmi addirittura affascinante in confronto a quello che mi aspetta. Temporeggio il più possibile ma alla fine devo proprio salire, poggio un piede malfermo sulle assi, che sembrano insaponate, e iniziano a tremarmi le gambe, le persone dietro di me mi mettono fretta e la mia angoscia aumenta esponenzialmente, trascino i piedi troppo terrorizzata per sollevarli, le mie gambe non rispondono del tutto alle direttive del mio cervello, la signora davanti a me carica di buste, borsoni e pacchetti sparisce dentro la barca e realizzo che sono quasi arrivata alla meta, mi lancio letteralmente sul ponte della bagnarola, mi siedo nel primo spazio disponibile incastrandomi fra due passeggeri che già dormono e cerco di controllare il tremore delle gambe, mi rilasso e mi sento vincente e eroica come il primo uomo sulla luna. La bagnarola parte ma io non ho più paura, il peggio è passato e sono pronta ad affrontare coccodrilli, squali e mal di mare! Il percorso si snoda per l’estuario del fiume Rufiji e il panorama è incantevole, la luna è un’arancia enorme e su entrambi i lati scorgo lussureggianti foreste di mangrovie che mi piace immaginare popolate di animaletti più o meno innoqui, da qui in poi non so se sono addormentata o svenuta in ogni caso mi sveglio, è giorno e si vede la costa dell’isola. Sono sopravvissuta, sono arrivata“.
Io e i miei compagni sve abbiamo provato sensazioni simili. In effetti questa storia ancora non l ho raccontata quasi a nessuno..ha avuto dell’inverosimile e per una volta ho vissuto sulla mia pelle la paura di un viaggio in mare. Da quella notte imparai molte cose
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da tanto aspetto un tuo racconto per questo blog mia cara…
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