Sabato e domenica scorsa con la mia associazione, nell’ambito di un evento dal titolo “Camminando con Tulime” finalizzato alla raccolta fondi, alla promozione dei progetti associativi ma, anche e soprattutto, ad avvicinare o riavvicinare le persone (e soprattutto le famiglie con i bambini piccoli) alla natura siciliana, siamo stati in escursione nella Riserva “Valle del Sosio e Monti di Palazzo Adriano”. L’escursione della domenica è stata molto bella. Una giornata di sole, di fiume, di erbe profumate, di primavera, di amici, di bambini vocianti.

Questa giornata è stata preceduta da una sera speciale. Un campeggio in riva al fiume appena fuori dalla riserva. Bisogna dire che “un campeggio in riva al fiume” è già di per se un’esperienza magica. Le tende tirate su tutte assieme, alcuni che si allontanano per raccogliere la legna, altri che preparano per la cena, i bambini eccitatissimi per la novità assoluta che vivranno o per il ripetersi di un rito che amano particolarmente.

Se non fosse che noi quella sera siamo stati in compagnia di tre persone portatrici di una valore antico ma oramai quasi smarrito nel nostro tempo: l’arte di fare le cose.

Erano con noi infatti Leo, Sara e Benny, tutti e tre scout, e depositari quindi di quel sapere che possiamo definire a questo punto “tradizionale” che li porta a rispondere ai bisogni di un gruppo di persone in maniera rapida, funzionale, equilibrata, sostenibile e piena di cura e di bellezza.

Fra tutte le cose che hanno fatto per rendere la nostra serata indimenticabile spicca la griglia costruita sul posto con ramoscelli verdi di ulivo selvatico. Una meraviglia per la vista prima e per la pancia poi.  

Il tutto fatto quasi in silenzio, ripetendo gesti che conoscevano bene e che non lasciavano nulla al caso. Rispondenti ad un’economia del fare che traguarda prima di tutto il risultato ma che in nessun caso trascura le emozioni che quell’azione, quel oggetto, potranno e dovranno suscitare.

E’ stato bellissimo per me (che in un altro tempo ho partecipato di questa meravigliosa storia scout) vederli muovere per il campo, padroni della situazione, mai in sovrapposizione eppure sempre presenti, mai invadenti eppure sempre pronti “al servizio” del quale conoscono bene il valore.

La sensazione era quella di essere immersi in una nuvole di cura da grandissimo resort senza però l’addizionale della venalità e con il valore aggiunto dell’amicizia e dell’assoluta gratuità.

Quando poi hanno finito di prendersi cura dei nostri corpi, delle nostre pance e anche della nostra fantasia (con un suggestivo spettacolo messo in scena sul fiume a beneficio dei bambini e di tutti noi) si sono sincerati di quali fossero le tende nelle quali riposavano i bambini e si sono premurati di dedicare ad ognuna una breve ninna nanna.

Tutto ciò come se non stessero facendo nulla di speciale.

Con questo post io intendo ringraziarli e celebrarli. 

6 pensieri su “L’arte di fare le cose

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