Siamo acqua. Prima di tutto e più di tutto siamo acqua. Fino al 75% del nostro peso è acqua. Siamo immersi nel più incredibile ciclo planetario di materia liquida continuamente spostata fra cielo e terra dall’energia proveniente dalla nostra stella. Tutto attorno a noi, dentro di noi, è acqua in tutti i suoi stati. Vapore, liquido, ghiaccio in ogni angolo del nostro pianeta. Dai deserti più aridi alle calotte polari, dagli oceani alle acque interne. Acqua di cui non conosciamo nemmeno l’origine che fa del nostro pianeta una rarità che di sicuro non ha uguali in tutto il nostro sistema solare.

Acqua in cielo, in quei meravigliosi quanto improbabili agglomerati di vapore che si chiamano nuvole (la fisica vorrebbe che all’interno di uno spazio definito il vapore si espanda in maniera omogenea in tutto lo spazio disponibile…perché le nuvole no?).

Qualche giorno fa, in uno scambio di commenti con una blogger, dicevo che anche chi fa scienza può farlo con amore, che la scienza stessa può essere un atto d’amore, che anche attraverso la scienza è possibile produrre bellezza.

Tutto si tiene. Arrivano in questi giorni  sulle pagine del Plos Biology i risultati di una ricerca condotta dall’Università di Yale. I ricercatori hanno messo a sistema un raccolta di dati climatici più che decennale derivante dalle rilevazioni fatte da due satelliti della Nasa: Earth e Water (neanche a dirlo).

Sono rilevazioni condotte soprattutto sulle coperture nuvolose, sulla loro composizione e sulle loro caratteristiche.

Il confronto fra i dati ha fornito risultati eccezionali ed inattesi.  Lo studio delle nuvole in cielo ci da informazioni importantissime della biodiversità sulla terra. Avere accesso a questo gran numero di dati climatici relativi soprattutto alla copertura nuvolosa, alla piovosità e all’umidità permette di fare previsioni (dall’alto) su quali siano le specie che sotto “l’ombrello” di quella particolare situazione climatica possono trovarsi al momento della rilevazioni, e quali si troveranno in futuro al mutare delle condizioni attuali.

 Da quando James Lovelock nel ’79 ha introdotto nel nostro pensare comune una nuova idea che è appunto l’Ipotesi Gaia, secondo la quale il nostro pianeta è un gigantesco organismo vivente capace di autoregolarsi, io credo che l’uomo abbia cominciato a guardare al pianeta sul quale vive e a se stesso in maniera differente, e credo che anche questa ricerca sia scrivibile a questa nuova linea di pensiero.

Ma in fondo ben più antico, e forse non così “misterioso” come abbiamo pensato fino ad adesso, è il pensiero secondo il quale tutto ciò che accade in terra ha relazione con ciò che accade in cielo e viceversa.

11 pensieri su “Siamo acqua

  1. Bel contributo, Francesco che da la stura a considerazioni e sviluppi..
    Unico neo è la mancanza di “concordatio” grammaticale in un passaggio..
    Avere accesso a questo gran numero di dati climatici relativi soprattutto alla copertura nuvolosa, alla piovosità e all’umidità permettono di fare previsioni
    “Permettono” andrebbe sostituito con “permette”.

    Ripasso appena posso per lasciare una riflessione

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  2. Credo di essere d’accordo con James Lovelock…
    In questo periodo la mia attenzione è focalizzata sulle piante, una parte delle quali son nuovi acquisti.
    Per me sono la vita, una vita che muta, che appassisce e poi ricresce.
    E mi riconciliano con la vita.

    Notte Francesco

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      1. Perchè strano..a mio marito sono i suoi cagnolini. E io non posso che essere felice che, con i figli lontani, lui possa riversare amore su un cucciolo, sua madre e la sorellina.
        Noi diamo da mangiare quando possiamo anche ad un cane zoppo e mezzo cieco che staziona davanti ad una delle mie entrate: lui è orfano del padrone e la moglie del defunto lo ha cacciato fuori..

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