Con mia moglie, nelle ore appena trascorse, abbiamo elaborato un piccolo piano familiare. Siamo infatti certi che da qui a poco cominceranno ad arrivare domande da parte del nostro bambino più grande. Per quanto protetto dalle sollecitazioni “più feroci” non siamo fra quei genitori che mettono i propri figli all’interno di una campana “di piombo”. Le notizie delle ultime ore arriveranno quindi anche a lui. Ci siamo allora detti: confrontiamoci e sosteniamoci a vicenda per reagire adeguatamente alle domande dei bambini rispetto agli attacchi terroristici che hanno coinvolto alcune grandi città europee negli ultimi mesi. 

E’ difficile spiegare tanta efferatezza ai nostri figli, perché vorremmo salvaguardarli dalle verità scomode e tragiche. Purtroppo siamo necessariamente chiamati a farlo per non trovarci impreparati e per evitare che i bambini si facciano domande e, nel desiderio di semplificare, si diano risposte da soli che rischiano di essere sbagliate, che possono provocare ulteriore paura e malessere.

L’esempio del nostro Grande che ha 9 anni (e non del Piccolo che ancora vive in un mondo fatato di cacche, fantasmi formaggini e pause di riflettizione) è anche l’esempio di un bambino che a seguito degli attacchi di Parigi ha dichiarato apertamente (e lui non è molto disposto a tirare fuori le sue emozioni) che aveva paura.

Allora con mia moglie abbiamo voluto provare a fare un gioco (che è esercizio da non “smettere” mai, nemmeno in questi momenti nei quali verrebbe da pensare che il gioco sia attività incongrua): ci siamo posti da soli quattro domande che il Grande potrebbe avanzare nelle prossime ore e abbiamo voluto rispondere separatamente, senza influenzarci a vicenda.

Sono queste risposte che forniamo a coloro che vorranno leggerle, vorranno condividere e speriamo, vorranno anche restituirci il loro punto di vista, il loro contributo affinché esse siano più valide, più sensate e al tempo stesso più ricche di compassione, di attenzione, di cura.

Perché queste persone ce l’hanno con noi europei?

V: quelli che hanno più volte attaccato l’occidente è importante che tu sappia che non sono persone di religione islamica, sono integralisti cioè persone che hanno esagerato alcuni aspetti della religione, che sono fanatiche e che posseggono molte armi di distruzione. Non tutte le persone che appartengono alla religione islamica sono cattive, così come tra le persone cristiane ci sono persone molto cattive e persone come noi che amano la pace. Sono arrabbiate con l’Europa ma ancor di più  con il mondo occidentale (che comprende anche l’America) perché c’è un modello di vita molto diverso dal loro, perché più volte i paesi occidentali hanno cercato di “comandare” su tutti gli altri paesi. Inoltre spesso si tratta di persone molto potenti ma molto ignoranti che vedono la cultura come una cosa negativa, e infatti spesso hanno attaccato i luoghi della cultura, i monumenti anche dei loro paesi.

F: Mio Adorato io credo che ce l’hanno con noi per tante ragioni, alcune giuste e alcune sbagliate. Purtroppo noi europei (magari avrai già sentito parlare di noi come “gli occidentali”) non sempre ci siamo comportati con rispetto e con attenzione nei confronti delle persone che abitavano in altre parti del mondo. Pur di continuare a stare bene, ad essere ricchi e a portare avanti il nostro sviluppo (così come lo pensiamo noi) abbiamo troppo spesso portato via le risorse di altri paesi e di altre persone, abbiamo preferito che queste persone fossero povere perché noi potessimo mantenere le nostre condizioni di vita. Questo ha prodotto grandi disparità sul nostro pianeta. Tu sei già stato per due volte con noi in Tanzania e hai visto quale è la differenza fra noi e loro. Hai visto come sono le loro case e come sono le nostre, hai visto come sono i loro ospedali e come sono i nostri, hai visto come sono le loro scuole e come sono le nostre. Queste disparità, questa ingiustizia ha prodotto alla lunga rabbia e frustrazione in alcune di quelle persone. Ma devi anche sapere che questa rabbia da sola avrebbe potuto fare poco e di sicuro non avrebbe potuto creare tutto il dolore che sta creando in Europa e nel mondo. Purtroppo, ma questo è veramente difficile da spiegare, la disperazione della gente difficilmente viene utilizzata dalla gente stessa per produrre la propria libertà, il miglioramento delle proprie condizioni. Più spesso viene utilizzata da altre persone potenti (come potenti erano quegli europei che hanno sfruttato nei secoli passati le persone di altri paesi) per raggiungere i loro obiettivi. I terroristi, i kamikaze, le persone talmente disperate da perdere la propria vita per distruggere la vita di altri sono spesso solo burattini nelle mani di persone molto ricche e molto potenti che se ne stanno in bellissimi e sicurissimi palazzi, non solo in altri paesi ma anche qui da noi, e tentano di dividersi questo pianeta come sempre hanno fatto.

Potrebbero attaccare il posto in cui viviamo?

V: noi viviamo molto ai margini, cioè non siamo in una metropoli. I loro obiettivi sono i luoghi che esprimono l’essere occidentale, quindi sia i posti che fanno parte della storia della civiltà occidentale, sia quelli in cui si esprime il consumismo. 

F: Mi sembra difficile. Le persone che hanno elaborato questa strategia hanno in mente obiettivi molto importanti, obiettivi capaci di impressionare tutte le persone del mondo, obiettivi che tutti conoscono e che possano dire alla gente che queste persone possono davvero colpire tutti appunto perché sono capaci di colpire obiettivi così importanti. Sono sicuro che hai sentito parlare per esempio delle Torri Gemelle di New York. Noi, mio Adorato, viviamo in un’altra periferia del mondo. Questo pensiero che magari ci può fare sentire un po’ al sicuro deve per forza accompagnarsi con un altro. La preoccupazione e l’attenzione per tutte quelle persone che vivono in città nelle quali invece il rischio è alto. A quelle persone noi dobbiamo sempre rivolgere un pensiero e dobbiamo essere pronti ad aiutarle se mai ce ne fosse bisogno.

La polizia non può capire prima quello che sta succedendo?

V: ogni paese ha grandissimi sistemi di protezione. Questi attacchi ci hanno però fatto vedere come i terroristi siano veramente organizzatissimi. Più volte in queste situazioni prendono di mira una città e organizzano più attentati contemporaneamente. In questi casi è molto difficile individuarli tutti, ma spesso è capitato che la polizia sia riuscita ad evitarne qualcuno, riducendo le tragedie. La polizia e i servizi di sicurezza fanno sempre un ottimo lavoro e la speranza è che prima o poi riescano a sventarli tutti prima.

F: Quello che succede non è facile da prevedere. Purtroppo queste persone disperate che accettano di fare cose tanto terribili in nome della religione o del potere sono persone che spesso non sono nemmeno nate nei paesi nei quali crediamo, e  ci fanno credere, che il terrorismo nasce. Spesso sono persone nate nei paesi in cui finiscono per portare a termine le loro azioni terribili, uomini e donne che fino a qualche giorno prima vivevano fianco a fianco con quelle persone che il giorno dopo hanno deciso di uccidere. Questa è la cosa più terribile di questa nuova forma di terrorismo, la cosa che ci fa sentire meno sicuri e che ci porta a dubitare di tutto e di tutti.

Io ho paura, mi puoi garantire che qualunque cosa accada tu mi proteggerai?

V: Certo, evitare di viaggiare verso luoghi pericolosi è già un modo di proteggerti. Ma la migliore maniera per proteggerti è darti la possibilità di studiare  per conoscere quali siano le ragioni delle guerre, per essere critico nei confronti di alcune derive umane, e perché tu possa scegliere da solo il meglio per te e contribuire al miglioramento.

F: Mio Adorato sono sicuro che dentro di te lo sai. Sai che io ti proteggerò sempre, fino a quando avrò l’ultimo respiro, fino all’ultimo battito del mio cuore. Devi sapere però una cosa importante. La più difficile di tutte fra quelle che vorrei spiegarti. Io davvero non temo che queste persone possa ucciderti. Voglio dire che non ho paura, anche per tutto quello che ti ho detto prima, che queste persone possano uccidere il tuo corpo. Temo però che questa gente (e tutti coloro che la muovono, la orientano, la organizzano) possano uccidere una parte di te che magari tu non sai nemmeno di avere: la tua umanità. Mio Adorato la nostra bellissima umanità è ricca di meravigliose caratteristiche. Siamo gli unici esseri viventi su questo pianeta capaci di piangere e di ridere e di associare a queste azioni delle emozioni delicatissime e complesse. Alleviamo i nostri piccoli con una cura e un’attenzione che gli altri esseri non hanno (per quanto noi tendiamo, capaci di simpatia come siamo, a ritrovare anche in loro le stesse caratteristiche). Proviamo compassione per tutto ciò che ci circonda, lottiamo contro la morte per affermare la vita, siamo capaci di accogliere dentro di noi l’intero universo e di restituirlo all’universo stesso in forma d’arte. Sappiamo essere inconsolabilmente tristi e irragionevolmente allegri, sappiamo essere appassionati, determinati, ingenui, irriverenti e folli. Sappiamo essere miti, rispettosi, silenziosi, vulcanici, imprevedibili, coraggiosi.

In tutto questo sta la nostra umanità splendente ma fragile. Non avere paura che questa gente possa uccidere il tuo corpo, devi però stare molto attento a che non uccida questa parte di te che magari non sai di avere e che io invece già vedo benissimo nelle tue azioni stupende e sconsiderate, nei tuoi pensieri lucidissimi e sconclusionati. Perché questa gente per uccidere questa parte di te userà proprio la paura, è quello che sta già facendo.

Mio Adorato io oggi ti prometto che proteggerò la tua vita per sempre ma prima di tutto, fino a quando mi sarà concesso, contro tutti quelli che ad essa “attenteranno”, assieme a tutti quelli che ne sapranno apprezzare il valore, mi prenderò cura della tua umanità.

6 pensieri su “Quattro domande, quattro risposte

  1. Posso solo ringraziarvi Veronica e Francesco. Io non ho dei figli ma tanti piccoletti che mi stanno intorno in moltissime occasioni. Grazie perché l’essere arabista, cooperante,mediatrice culturale si deve accompagnare ad altro e voi portate sempre a galla una leggerezza e una sensibilità e capacità di dialogo con i vostri bambini che mi ispira. Sono capacita’ che tutti dovremmo poter avere per preparare i nostri figli (perché io li considero tutti figli) ad un futuro che richiederà sempre più attenzione al RESTARE UMANI

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  2. Grazie….anche io penso spesso quanto é difficile trovare le parole e i toni giusti per spiegare certe cose a saretta che nonostante i suoi 5 anni fa già tante domande. Grazie per i vostri preziosi consigli

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