Non ricordo quando l’ho scritta. Non ricordo l’anno ma ricordo il tempo. Ricordo che ero reduce dalla lettura di un interessantissimo libretto di Giuliano Toraldo di Francia intitolato “il Rifiuto” (da qui il tributo del titolo) che mi aveva consigliato il mio amico Maurizio, ricordo che la mia testa era piena di un’idea che per tanto tempo mi avrebbe accompagnato: l’idea del vagabondaggio. La mia vita era tutta proiettata verso una totale apertura fisica e mentale nei confronti del nostro pianeta, dei suoi ambienti, dei suoi sistemi, delle creature che in esso abitano.
Era un tempo diverso, ma propedeutico a questo tempo. Forse i due periodi non si assomigliano ma appartengono l’uno all’altro fuori da una relazione lineare ma partecipi di un andamento circolare. Come sempre a fare la differenza e a determinare la durata è la vita.
Immancabile la rima: cuore-amore.
Il Rifiuto
L’errore sta nel nostro cuore
Nell’incapacità di vivere l’amore
E la gente che ci delude
È immagine di noi, futuro che si chiude.
Dentro il bosco con lo zaino
O fra le nuvole di talco
Potrei percorrere la traccia del daino
Seguire la scia del falco.
Potrei leggere nel cuore
Dentro gli occhi della gente
E tornando nella culla
Potrei vivere di niente.
Quando arriva questo vento
Che la vita sia divelta
Quando tutto quel che sento
Sarà oro e in un momento…in un minuto
Ogni cosa avrò perduto
E avrò fatto la mia scelta.
Un piccolo inno alla libertà! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
non lo so…in un certo senso…ma anche un invito a me stesso a riacquistare una dimensione più naturale, a immergermi profondamente nella natura fino quasi a fondermi…era quello a quel tempo il mio spirito
"Mi piace"Piace a 1 persona
La tua concezione di libertà, a quei tempi. 🙂
"Mi piace""Mi piace"
libertà da certe cose…si…mi convince
"Mi piace"Piace a 1 persona