Con il mio post del 25 gennaio ponevo per la prima volta la domanda: “Quale è il limite?”. E lo facevo a proposito di un incontro interessante che avevo avuto il giorno prima con una signora che spingeva orgogliosamente un passeggino per cani con all’interno relativo passeggero. In quell’occasione mi soffermavo anche brevemente su una notizia della quale non ero certo relativa a “pasticcerie” specifiche per cani.

Adesso sembrerà che io ce l’ho con i cani (e un poco è vero visto che con una certa regolarità si mangiano le mie galline), il fatto è che come sempre accade quando ci sono di mezzo gli uomini, la fantasia supera la realtà.

E’ di oggi la notizia di una motoape completamente attrezzata per lo “streetfood canino” che già da maggio dell’anno scorso imperversa per le strade del capoluogo lombardo (prima in Europa…big deal!!!).

Qualcuno poteva dubitare che prima o poi sarebbe accaduto? Per adesso “di rimbalzo” ho un contatto abbastanza stretto con attività formative che riguardano la creazione di impresa. Il motto, che tutti ripetono come un mantra, è uno ed uno soltanto: “vuoi fare impresa? Vuoi che la tua impresa sopravviva e produca reddito? Allora c’è una sola via: fa ciò che ti chiede il mercato!“.

E quindi messa al bando qualunque passione personale (e chi se lo può permettere in questo tempo di crisi), qualunque considerazione di tipo etico (avete visto che fine hanno fatto la maggior parte dei negozi dove si propone “l’equo e  solidale”?), qualsivoglia velleità di “orientare il mercato” (l’unica distribuzione del biologico che sopravviverà sarà quella che maggiormente finirà per somigliare alla grande distribuzione), quello che resta è un appiattimento su ciò che il mercato chiede, un mercato sempre più eterodiretto e sempre meno attento ai reali bisogni dell’uomo, degli altri esseri viventi, del nostro pianeta.

E siccome, come alcuni avranno capito, sono un campione della famosa specialità sportiva del “Salto dal palo alla frasca”, mi chiedo: ma non funziona così anche per i blog?

Nuovo di qualche mese in questo mondo, continua ad aggirarmi fra i suoi anfratti per capire di più: con chi sto parlando? Chi mi legge? Chi leggo? Chi ci guarda con intenzioni “terze”? Dove va a finire questa storia?

Mi imbatto in uno dei tanti siti che promettono di sapere tutto su come funziona un blog. Inutile dire che si tratta di uno di quelli in stile “dai al Mercato quel che è del Mercato” (fino ad adesso non è ho trovato altri) e che pongono la questione centrale (questo in maniera un po’ più velata degli altri): come fare soldi con il tuo blog? (che poi è come quei libri che vendevano un tempo dal titolo “Compra questo libro e ti insegnerò a fare soldi” dove l’introduzione avrebbe dovuta essere “la migliore maniera per fare soldi è scrivere un libro come questo“).

Il tipo che scrive afferma con molta lucidità (anche con conti alla mano) che lo zero termico di un blog, quello che una volta raggiunto poi è tutto “calore”, è di 30.000 visite al mese. Volete parlare di “storia medievale” (dice proprio così…con buona pace della buon’anima di Umberto Eco)? bene, facendo così non andrete mai oltre le 500 visite al mese. Perché non parlate invece di “Forex” (che il Signore ci perdoni!)? In quel modo vedete che farete il botto!.

Adesso. Cari “Blogger” che seguite questo blog e i blog dei quali io seguo, mi sa che abbiamo sbagliato tutto! Ma noi stu benedetto blog allora perché lo scriviamo? 

Allora senti cosa fo’?”: visto che di Forex nemmeno a parlarne, che di streetfood per cani non mi sento all’altezza devo solo decidere se produrmi in un blog del tipo “Belen in tutte le salse” oppure “Come non fare un blog se vuoi fare soldi” (che a pensarci bene è un’idea interessante).

Da domani si cambia! Stay tuned!

 

20 pensieri su “Quale è il limite 2.0

  1. Mi piace molto leggerti. Ho fatto il discorso “domanda-offerta” o “offerta-domanda” con un amico qualche tempo fa e alla fine sono nella consapevolezza che sia, paradossalmente, l’ offerta a regolare la domanda. Per dei motivi molto semplici di “manipolazione” in alto e in basso. Detto ciò, personalmente, sul mio blog scrivo indipendentemente dai “like” (per un certo periodo li ho anche tolti) e per me. Per fissare considerazioni e pensieri. Se poi sono di qualche utilità per altri ne sono solo estremamente felice. Se poi nasce “circolo” e discussione sono al settimo cielo. E questo è uno dei motivi per i quali seguo pochi blog. Del resto tutte queste mie considerazioni sono già celate nella frase di Jodo di oggi. Un abbraccio 😀

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    1. Quello che dici mi rinforza nella convinzione che parliamo di blog ma in realtà dovremmo dividere questo mondo in almeno due “sottomondi”: coloro che fanno riferimento nelle loro scelte alle leggi del mercato e quelli che nemmeno sanno di cosa stiamo parlando o ancora meglio decidono con cognizione di causa di tenersi a distanza di sicurezza dalla prima opzione.

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      1. Assolutamente si. Personalmente, credimi, appena mi accorgo che il mio “like” serve ad alimentare l’autostima di qualcuno oppure che il blog non fa “cerchio” con me automaticamente fuggo. E’ successo in passato e, per me, è diventato una regola 😀 indipendentemente dai contenuti del blog 😀

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          1. Difficile da spiegare. L’ autostima o la consapevolezza del proprio valore, la ricerca del proprio Sé è un lavoro difficile e faticoso. Molto più facile, in una società edonistica come la nostra andare alla ricerca dell’ apparenza e, come un parassita succhiare l’ energia (fosse anche solo quella di un like) agli altri… Poi esistono like e like su questo concordo. Ma i rapaci di energia di riconosci. Ed i me ne tengo distante. Preferisco seguire pochi e creare un cerchio di energia che autogratificarmi o dare autogratificazione puramente edonistica. Sarò snob o altro ma non mi interessa la mediocrità. Non lo so se sono riuscita a far passare in concetto 😀 senza offesa per alcuno, naturalmente 😀

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              1. Non lo so… “Cambia te stesso e cambierai il mondo”: cambiare è un’ esigenza che nasce e cresce dentro. E’ un’ azione reale e concreta che male si avvale del mezzo virtuale. Non necessariamente a causa dell’ individuo quanto di ciò che ci viene instillato. Perdonami se uso ed abuso di un termine: neolingua. Cosa vuol dire avere 500 amici su FB ed essere disperatamente solo? Forse sono “vecchia” ma io mi accomagno con pochi che mi somigliano. E come faccio a capire se sono autentici? Verifico che si corrispondano. Nella vita e nel virtuale. Boh sono andata a ruota libera. 😀

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                1. quello che dici però lo capisco e lo apprezzo. Anche in questo credo che ci siano molti livelli che di volta in volta scegliamo a secondo di cosa vogliamo, di quale obiettivo vogliamo raggiungere. La tua mi sembra una lettura più “intimistica”, direi più “esoterica” se il termine non fosse utilizzato in contesti che non sopporto. Mi chiedo se non esista una via di mezzo fra questa chiave di lettura e quella “il blog è una macchina produci “visite” e “soldi”…

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                  1. Grazie. E hai colto perfettamente il “profilo” che non nascondo ed attraverso il quale mi confronto col “Mondo”… esiste una via di mezzo? Non lo so. Mi limito a verificare caso per caso e a dare “qualità” alle mie interazioni (anche con un like). :-D:-D:-D

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  2. si puo’ guadagnare con i blog? non lo sapevo. Di cosa dovremmo scrivere per attirare le prede? grande fratello, isola dei famosi, oppure di parole petalose?
    oppure come conquistare un uomo senza dovere necessariamente saper cucinare?
    o come conquistare la suocera senza far ingelosire la moglie.
    Si scrive perche’ si ha voglia di dire, e basta.
    Il like serve solo a vedere che mi hai letto, che ti piaccia o no quello che ho scritto.
    E’ un segnale, come a dire ” ci sono, ti leggo, ti seguo”. E poi ci sono i commenti per discutere, dire la tua, obiettare e magari correggere, perche’ no?
    Si interagisce, si impara, ci si stupisce e poi nascono delle bellissime simpatie virtuali e ci si allarga un po’ come nelle famiglie moderne.
    O no? 😦

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    1. Assolutamente d’accordo con te Giuliana…però guarda che non c’è una sola delle idee in premessa con la quale non guadagneresti una barca di soldi!!! Mi candido a darti una mano se fai un blog su “come conquistare un uomo senza dovere necessariamente saper cucinare?”, io curo la sezione “come si riducono i mariti delle mogli che sanno cucinare”.

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