Era il 1989 quando a Palermo nasceva il primo movimento studentesco nella storia della Sicilia e l’ultimo nella storia d’Italia (un libro pubblicato in questi giorni celebra questo avvenimento). A dicembre dell’89 tutto ebbe inizio (e come sarebbe potuto essere altrimenti) dalla facoltà di Lettere (il corpo basso) e poi si estese alle altre facoltà, a Palermo prima, in Sicilia e in Italia dopo.
Io c’ero. Noi della facoltà di Agraria arrivammo buoni ultimi (lenti come è lenta la terra). Occupammo il 14 di febbraio del 1990 con quello che fu denominato, da quelli contrari all’occupazione, il “Blitz di San Valentino” e che per la verità fu un vero “atto rivoluzionario ed antidemocratico” (aspettammo che i contrari all’occupazione lasciassero per protesta l’aula dove eravamo riuniti in assemblea permanente e votammo all’unanimità l’occupazione).
Fra tutti i “leader” di questa “occupazione periferica” ce n’erano due più colpevoli degli altri: io e il mio amico Tommaso (sono certo che non rinnegherà quell’esperienza anche adesso che è docente universitario nella stessa facoltà). Noi due infatti eravamo gli unici occupanti già laureati e già, in qualche modo, inseriti nell’organico di uno degli istituti di agraria.
Questo fu interpretato molto male da alcuni dei nostri docenti, meno da altri.
Cominciò allora una delle fasi più belle, brevi ed intense della mia vita. Notti trascorse a discutere, poche ore di sonno all’Istituto di zootecnica, continuazione del lavoro di ricerca entrando dalle finestre del nostro istituto (per salvare gli esperimenti in corso), nomi delle aule cambiati in “Portella delle Ginestre” e “Martiri di Bronte”, grandi liti, grandi amicizie, notevole promiscuità, incontri nelle altre facoltà, viaggi a Roma. Come sempre quello che resta impresso nella mia memoria sono molto più gli odori che le immagini.
L’odore del mio materassino gonfiabile sul quale passavo brevi notti, il profumo del giardino di agraria la mattina presto, gli strani odori provenienti dalla teca dei prodotti chimici in istituto.
Molti oggi dicono che anche quello fu un movimento inutile, che non ha lasciato segni. Io credo invece che le cose degli uomini come sempre compongano un percorso, che vadano viste con “prospettiva storica” e non in sequenza necessariamente lineare.
Sono d’accordo con la mia amica Bice Mortillaro che pensa che anche questa esperienza è stata fautrice di una “Primavera palermitana” (non necessariamente connotata politicamente), di una generazione che lei ama definire “la meglio gioventù palermitana” e di un momento storico all’interno del quale questa terra è stata protagonista (nel bene e nel male…come sempre) e che ha visto maturare e crescere se non proprio un movimento almeno una “tendenza”, una “aspirazione” alle quali tanti hanno fatto riferimento per produrre “futuro”.
Se è vero che gran parte del movimento antimafia e per la legalità in Sicilia è probabilmente figlio del ’68 prima e del’77 dopo, io sono convinto che l’esperienza de “La Pantera” (così fu chiamato il movimento dell’89 per via di un’inafferrabile pantera che sembrava aggirarsi in quei giorni in Sicilia) sia al tempo stesso figlia e madre di un nascente movimento ambientalista siciliano che anche in quella esperienza ha trovato forza, relazioni e struttura.
Questa storia però, che ha dato vita alla tutela ambientale in Sicilia (una volta tanto in anticipo rispetto a quella nazionale), ancora nessuno l’ha raccontata.
Merita un “cantore”, merita qualcuno che sia, una volta tanto, capace di narrare questa “epica di pace”.
Uso questo post oggi per chiedere scusa a Bice per non essere stato io capace di raccontare questa storia come lei avrebbe voluto che facessi.
Ricordo il movimento, sai..
Mio figlio primogenito frequentava il liceo scientifico; il mio secondo andava alle elementari.
Ricordo a Salerno il sommovimento dovuto a “La Pantera”, una delle ultime fiammate studentesche prima della brutale onda dell’individualismo, uno dei mali peggiori che stiamo vivendo.
Ignoro chi sia Bice Mortillaro, ma di certo è una donna in gamba che vedeva in prospettiva, propensione di rare persone.
Complimenti per l’originalità ( tua e dei tuoi amici) dei nomi dati alle aule .
Un nota autoreferenziale.
Uno spazio l’ho riservato all’eccidio dei Martiri di Bronte, la cui responsabilità grava sulla coscienza di Bixio.
E’ solo , ahimè, una delle tante porcate fatte da Peppino Garibaldi e dai suoi !
Dopo Bronte, Randazzo, Castiglione, Regalbuto…
Per inciso quanto accaduto a Bronte viene citato in “Le parole sono pietre” di Carlo Levi.
Di questi ed altri morti causati dalla invasione dei sabaudi se ne parla troppo poco.
La cosa mi addolora.
Francesco, sai, sto terminando un romanzo sulla vita qui nell’Alto Cilento (Sa) e dei sommovimenti del 1828, 1848 e del 1860 che coinvolsero anche gli antenati di mia suocera.
L’opera l’ho scritta solo per uso familiare. Non conoscerà mai le stampe: gli editori sono nella mia “black list “!
In me giace un’anima filoborbonica! Si nota? 😉
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Si nota. Ed è difficile darti torto alla luce di come sono andate poi le cose. Difficile d’altra parte prevedere come sarebbero andate se “l’invasione sabauda” (come la chiami tu) non fosse riuscita. Peccato però non potere leggere il tuo libro. ma condivido con te anche un certo disinteresse (magari non proprio fastidio) per il mondo dell’editoria.
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Gentilissimo Francesco, quanto ci hanno fatto, illudendo i contadini, stuprando le nostre donne, distruggendo paesi e prassi non ci verrà mai ripagato.
Sai bene ( la buonanima di Gramsci “docet”) quanto la metà del 1800 abbia innescato una Questione meridionale alla quale nessun Governo ha saputo mettere mano..
Nè metterà mai mano.
Ti segnalo un link abbastanza esaustivo dei mali che affliggono il mio amatissimo Sud.
( mali che noi stessi alimentiamo; con la prassi del clientelismo e compagnia cantando. .)
Dovresti trovarlo di tuo gradimento.
https://it.wikipedia.org/wiki/Familismo_amorale
p.s.ho un saggio on line, in versione e-book.
Non ho voluto farmi pubblicità come fanno in tanti fuori e dentro WP trasformando i blog in agenzie pubblicitarie di autoesaltazione ( tieni conto del feed back, mi raccomando).
Sono quasi del tutto priva di velleità, forse per formazione e/o educazione.
Buona serata 🙂
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Leggo e ti dico…
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Io attendo ancora la tua opinione.
Buona domenica!
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La tesi mi sembra stimolante e devo dire che non la conoscevo. Corrisponde comunque a molte delle idee che per forza di cose ho elaborato vivendo immerso nel familismo amorale che impregna la mia regione (evoluzione mafiosa compresa). Ho ordinato il libro nell’edizione italiana per un approfondimento rispetto alla scheda di Wikipedia. Ne riparliamo quando vuoi.
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Una news in tema di “Pantera”..
http://www.huffingtonpost.it/2016/02/15/enrico-lucci_0_n_9234882.html
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