Non mi capita spesso di “scendere” in città. Mi risulta difficile soprattutto per via dei posteggiatori abusivi. Che volete farci: ognuno con le sue fissazioni.

Devo dire però che quando lo faccio la città dimostra di essere sempre una fonte inesauribile di ispirazione per questo blog.

La prendo da lontano (come sempre).

Mettiamo che l’ambito etico del nostro comportamento sia definito dalla distanza fra gli estremi di un paio di forbici (dalla punta di una forbice all’altra). Mettiamo che questo ambito è dinamico: più si apre più si allarga, più si chiude più si restringe. Mettiamo che su una punta ci stia “l’agire secondo giustizia” (che valuta quindi il merito delle cose…non ci metto nel mezzo “l’agire bene” se no incasiniamo troppo la questione) e sull’altra punta il suo contrario. Nel mezzo tutte le sfumature intermedie. A metà di questo spazio vi è una linea immaginaria: se stai da questa parte magari il tuo comportamento non è un gran che ma ancora ti senti dalla parte del giusto, se stai dall’altra sai già che stai sconfinando verso “il lato oscuro della forza” (che il mio piccolo, pesantemente condizionato dal fratello maggiore “geek” senza speranza di Star Wars, chissà perché, si rappresenta come un “glan pigione” che tradotto è “un gran pulsante”…non so che vuol dire ma mi piace).

Tutta sta storia alla Luciano De Crescenzo (penso al suo grafico per definire l’uomo d’amore e l’uomo di libertà in “Così parlò Bellavista“) per dire che, per quanto un baricentro oggettivo “l’agire secondo giustizia” secondo me ce l’ha, lo spazio attorno a questo “baricentro” viene sempre rideterminato dalle azioni degli altri che inevitabilmente finiscono per rideterminare anche la nostra posizione, anche e soprattutto, rispetto alla linea immaginaria di cui sopra.

Adesso proviamo a dare un senso a questo gran pippone cercando di farlo “atterrare”. L’argomento è “la relazione fra l’uomo e gli animali domestici“. E’ questione che mi ha sempre lasciato parecchio perplesso e che ho finito per derubricare dicendomi: “magari sono io che non ho la sensibilità per capirne a fondo il senso“.

Adesso un passaggio di “autocoscienza” e vado subito al dunque. Da qualche settimana è entrato nella nostra vita un gattino (per saperne di più date un’occhiata al post del 9 gennaio). Non è il primo animale domestico con il quale abbiamo una relazione. Siamo dotati di sei polli (quattro galline e due galli), una famiglia di api, un gatto “ufficiale” di nome Ragù (non battezzato da noi…arrivato per ragioni improbabili già adulto) e due “abusivi” non dotati di nome. Tutti si arrangiano come possono e con nostri aiuti occasionali, e si muovono a distanza di sicurezza dalla “dimora degli umani”. Questo nuovo invece ha già ottenuto: spazio in cucina (che tende a dilatarsi ogni giorno che passa), lettiera puzzolente a due passi dai nostri pasti, cuccia “morbidosa” che snobba a favore dei divani di casa, due visite dal veterinario e soprattutto: scatolette di alimenti per animali…ma non scatolette qualsiasi, bensì “scatolette per cuccioli di gatto“!

Questa cosa mi ha fatto sentire in questi giorni abbastanza al di la di quella linea immaginaria posta fra lo spazio del “giusto” e quello del “ingiusto”. Poi per fortuna ieri sono andato in città. E mentre passeggiavo con mia moglie in Piazza Marina ho visto una signora. Non mostrava particolari ed evidenti segni che facessero supporre un danno cerebrale, non sembrava affetta da qualche strana e grave malattia mentale. Non fosse che per un dettaglio. La signora spingeva davanti a se un passeggino con dentro un cane. Non un passeggino di recupero. Un passeggino fatto apposta per i cani e che lei aveva chiaramente comprato in uno dei tanti (e sempre di più) negozi specializzati per animali.

Improvvisamente le forbici si sono allargate. La linea immaginaria ha fatto un vero e proprio scatto in avanti. Fino a ieri mi trovavo nella “terra dell’ingiustizia” e oggi? Grazie alla signora con il passeggino mi sento su terreno solido e sicuro, ancora cittadino di “Giustolandia”.

P.S. Non vi dico come mi sento dopo avere saputo che stanno aprendo diversi esercizi commerciali (uno sembrerebbe anche a Palermo) dove è possibile farsi fare torte e dolci per tutte le occasioni e gli eventi legati ai “nostri amici a quattro zampe” (con buona pace delle mie galline e delle mie api che di zampe ne hanno rispettivamente due e sei).

Un pensiero su “Quale è il limite?

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