Oggi mia moglie mi ha messo al corrente di una cospirazione portata avanti da alcune mamme “whatsappiche” della scuola dei miei figli. La parola d’ordine che attraversava in lungo e in largo il cyberspazio era: “non mandiamo i bambini a scuola!!!“. Alla domanda: “perchè?” la risposta è stata: “perchè piove“. Tante cose si potrebbero dire in proposito (e magari proverò anche a farlo nei prossimi giorni), di sicuro la sensazione più forte è che oramai ci siamo ridotti ad essere una specie non adatta all’ambiente del nostro pianeta. Per il resto e nel tentativo di comunicare il mio pensiero, riporto di seguito un mio racconto di una decina di anni fa dal titolo “Cattivo tempo“. Non posso dire che mi piaccia…diciamo piuttosto che mi fa simpatia.

Giulio è laureato in matematica. Giulio è anche laureato in ingegneria aerospaziale. Giulio spesso pensa di avere perso molto tempo all’università ma alla fine è soddisfatto per via del lavoro che fa adesso. Giulio lavora per un Istituto Nazionale di Ricerca, un importante Istituto di Ricerca. Giulio si occupa di meteorologia. Da poco tempo Giulio ha anche un contratto con un importante network televisivo. Giulio è un uomo normale ma molto rassicurante a vedersi. Giulio parla con molta pacatezza e tenta di spiegare tutto con chiarezza. Giulio ha una missione nella vita: far si che la gente smetta di pensare che…ecco…squilla il telefono. Giulio è da poco rientrato dagli studi del grande network televisivo. Ogni sabato mattina conduce in diretta un programma di meteorologia durante il quale ha modo di dilungarsi di più e di portare avanti la propria missione…con scarsi risultati. E ogni volta appena tornato a casa (Giulio non possiede un telefono cellulare) cominciano le chiamate di amici e parenti. Giulio solleva la cornetta.

“Pronto Giulio?…sono Andrea”

“Ciao Andrea, come stai? Da una settimana non ci sentiamo”

“E già, che vuoi, sono sempre pieno di impegni. Complimenti come sempre, il tuo programma è godibilissimo”

“Grazie” dice Giulio, ma sa già dove Andrea vuole andare a parare.

“Peccato però che sia sempre così generico…lavorate su scala troppo grande”

“…Andrea lo sai, il nostro è un programma trasmesso in tutta Italia…”

“Si, lo so, lo so…ma potreste trattare ogni tanto dei casi specifici…per esempio io ho programmato con la mia fidanzata per questo fine settimana di andare al mare…ti ricordi quel paesino vicino Agrigento nel quale ti abbiamo portato una volta…che mi dici? Come sarà il tempo da quelle parti?”.

“Eccoci al dunque” pensa Giulio.

“Andrea per adesso c’è questa perturbazione che viene su dall’Africa…pioverà per tutto il fine settimana…e quindi direi…”

“Cattivo tempo!!!” urla quasi Andrea

“bè veramente…”

“Cattivo tempo…” rilancia Andrea facendo seguire questa volta l’urlo da una specie di rantolo che a Giulio va pensare ad un animale ferito a morte

“uno si ammazza la vita tutta una settimana sul lavoro…sole…dentro quell’ufficio schifoso senza potere mai uscire…sole…arriva finalmente il fine settimana…cattivo tempo! Non posso crederci…non posso crederci”

Giulio lo sente affranto e vorrebbe chiarire il suo punto di vista, spiegargli che…

“va bene” dice Andrea “varrebbe la pena non telefonarti…secondo me porti un po’ di jella…comunque ci sentiamo sabato prossimo”

Giulio è esterrefatto. Ogni volta si convince che il suo lavoro sta apportando cambiamenti, almeno nelle persone a lui più vicine e invece…non ha il tempo per completare la sua riflessione. Il telefono squilla nuovamente.

“Giulietto mio…come stai?”

“Bene mamma..e tu?”

“Una meraviglia tesoro. E poi, lo sai, io e tuo padre abbiamo deciso di passare il fine settimana nella casa di montagna…è da tanto che non ci andiamo. A proposito, che mi dici del tempo da quelle parti…il quel tuo programma siete sempre così generici”

“Mamma…cercherò di spiegarmi con chiarezza…a causa delle alte temperature che si sviluppano durante la giornata, sui rilievi, per via di accumuli nuvolosi, sarà alto il rischio di temporali pomeridiani”

“Che detto in parole povere?”

“Ma come in parole povere Mamma?…va bene…per semplificare…da dopo pranzo in poi pioverà ogni giorno”

Giulio allontana per tempo la cornetta dall’orecchio

“Cattivo tempo!!!” urla sua madre.

“Ma come, organizziamo questo fine settimana da giorni…tempo bellissimo sempre e proprio ora…cattivo tempo” Giulio può sentire con chiarezza il tono di chi pensa che questo tempo farabutto abbia una questione personale proprio con lei.

“E poi mai che tu mi dia una buona notizia” dice stizzita “e ti metti anche con quella voce antipatica…come se a te questa schifezza piacesse”

“veramente…” prova ad interloquire Giulio, ma sua madre e un torrente in piena e non è disposta ad ascoltare quelle che ritiene essere farneticazioni del figlio

“bene…splendido…così tuo padre avrà la scusa per passare tutto il fine settimana davanti la tv…grazie veramente…era proprio quello che mi aspettavo da te”

Giulio ha appena il tempo di dire “ma mamma…” poi la cornetta viene messa giù con forza.

Questa volta non ha neanche il tempo di riprendersi un secondo e già il telefono squilla nuovamente.

“Amore mio, come eri bello stamattina in tv. Con quegli occhi luminosi…mi sembrava che guardassi proprio me…e poi così chiaro ed eloquente. Mi aspettavo però quel regalino che ti avevo chiesto…”

“Ma Veronica, tesoro mio, tu credi sia possibile che nel bel mezzo della trasmissione io mi fermi e dica: a proposito, a beneficio della mia fidanzata, volevo dire che nel luogo dove abbiamo deciso di trascorrere il week end il tempo sarà così e così”

Veronica ridacchia, apparentemente ragionevole, all’altro capo del telefono “no…lo so che non puoi farlo…ma adesso sono qui tutta orecchi per saperlo dalla tua adorabile voce” un brivido profondo corre lungo la schiena di Giulio.

“Amore mio le previsioni non sembrano lasciare dubbi…pioverà durante tutto il fine settimana”.

Questa volta Giulio si è premurato di mettere la mano sulla parte della cornetta dalla quale si riceve. Nonostante tutto l’urlo si è sentito con molta chiarezza e in maniera inequivocabile sono giunte al suo orecchio le solite parole “Cattivo tempo”.

Veronica è inconsolabile “lo sapevo io…abbiamo finalmente la possibilità di stare un po’ assieme e rilassarci e piove”

“Ma tesoro mio…” prova Giulio con poca convinzione.

“Ma che tesoro mio e tesoro mio” urla Veronica come una furia “e meno male che fai il lavoro che fai…non potevi dirmelo prima che c’era cattivo tempo e magari organizzavamo qualche cosa d’altro”

“Ma per me…” riprova Giulio.

Il tono di voce di Veronica si alza sensibilmente “…e non venire fuori adesso con quelle tue stupidaggini che tenti di propinare ogni giorno agli scemi che ti guardano in tv…anzi sai che ti dico? Sono proprio incazzata nera…facciamo che ci risentiamo lunedì” il clik al telefono testimonia certamente di gravi danni prodotti all’apparecchio telefonico di Veronica.

Questa volta però Giulio non riaggancia. Posa la cornetta sul tavolino del telefono. Si gira. Fuori già da qualche minuto ha cominciato a piovere dirotto. Giulio si avvicina alla porta che immette nel giardino. Comincia lentamente a spogliarsi. Uno ad uno si toglie i vestiti, li piega e li poggia ordinatamente sulla spalliera di una sedia (colpa della matematica e dell’ingegneria direbbe Veronica). Toglie via anche le scarpe. Esce all’aperto. La pioggia comincia a colpirlo sul viso tenuto alto con gli occhi chiusi. Poi comincia a scorrergli giù dai capelli, lungo il collo. Una miriade di rivoli gli attraversano la schiena, le braccia, le gambe. I piedi si poggiano sull’erba già zuppa. Giulio come sempre pensa commosso a come è fortunato di vivere in un pianeta sul quale cade acqua dal cielo. Ma gli altri, gli altri perché non lo capiscono. Fa qualche passo ancora. Adesso è proprio in mezzo al giardino. Solleva le braccia in alto e dentro di se in silenzio urla “grazie, grazie con tutto il mio cuore per questo tempo meraviglioso”.

5 pensieri su “Cattivo tempo

  1. Leggendo il racconto ho pensato subito a Gianni… un giorno molto freddo di novembre, mentre passeggiavamo a Villa Trabia, vedendoci intirizziti, disse: “comportatevi da inverno!”

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